Siamo tutti ricercatori

Progetti e Software

Lo so , ora sicuramente qualcuno si starà chiedendo cosa c’entri questo articolo in un sito che tratta di paranormale e misteri. Effettivamente all’apparenza nulla, quindi è sicuramente meglio dare qualche piccola spiegazione prima di entrare nei dettagli, si tranquillizzino i sostenitori del progetto Boinc non ho trovato nessun complotto o mistero nel sistema.

Come si sarà visto l’impostazione di questo sito gira intorno ad un cardine in particolare: la dimostrazione attraverso il metodo scientifico. Oltre che di misteri e paranormale quindi amiamo portare avanti un servizio di divulgazione scientifica spiegando quali sono le regole fisiche, chimiche e biologiche che spesso vengono sconvolte dalle affermazioni sul paranormale. Agli inizi del ventesimo secolo il fisico inglese Kelvin disse ” Ormai in fisica non c’è più nulla di nuovo da scoprire. Tutto quello che rimane è fare misure e calcoli sempre più precisi”, cosa che sappiamo non corrisponde alla verità  dati i progressi che proprio il secolo scorso sono stati fatti nel campo della scienza e il tutto grazie alla ricerca scientifica portata avanti da singoli, istituzioni, università e altri enti sparsi in tutto il mondo.

Messaggio di Arecibo
Messaggio di Arecibo

I nostri sforzi per dare una spiegazione all’Universo esaltandone le meraviglie e spiegandone i misteri sono stati e saranno possibili solo grazie a questi lavori di ricerca.

Una cosa però è certa, più si va avanti , più le sfide della ricerca si fanno complesse, e mentre prima erano sufficenti piccoli calcoli per giungere ad una conclusione, adesso è necessario avere a disposizione risorse incalcolabili per completare ai lavori.

Cosa intendo con ciò? I centri di ricerca si basano sempre più su modelli matematici e calcoli da interpretare  oppure si trovano con la necessità di interpretare dei messaggi provenienti dallo spazio profondo, come il lavoro portato avanti dal progetto SETI per la ricerca di intelligenze extraterrestri e non   mi riferisco agli UFO , ma alla possibilità di captare radiomessaggi inviati da altre civiltà che tentano di comunicare con l’universo attraverso un segnale radio, come abbiamo fatto anche noi terrestri con il messaggio inviato il 16 Novembre 1974 dal radiotelescopio  di Arecibo sull’isola di Porto Rico.  Continuaiamo con l’esempio del SETI. Di cosa si occupa per la precisione? Il SETI è un progetto che capta delle informazioni radio provenienti dallo spazio profondo, le filtra per isolare solo le possibili onde radio provenienti da civiltà intelligenti, qualora capiti di imbattersi in un possibile messaggio cerca di interpretarlo. A parte la grossa difficoltà data dall’immensità dell’universo rispetto al piccolo spazio che può essere analizzato con i radiotelescopi, esiste un altro scoglio da arginare: per analizzare i dati è necessaria una capacità di calcolo impressionante. Le possibilità sono varie. La più semplice potrebbe essere quella di realizazre fisicamente in qualche posto sulla terra una rete di supercomputer che analizzano i dati. I vantaggi potrebbero essere molti, ma sarebbero necessarie alte risorse economiche, si avrebbe un considerevole aumento della necessità di energia e spreco di risorse utilizzabili per altri scopi. Un’altra soluzione è quella di mettere a disposizione più supercomputer in rete che smistano i vari lavori in base alla necessità, cosa più fattibile, ma comunque altamente costosa. Un’altra soluzione, e quì entriamo nel vivo del nostro articolo, è quello di affidarsi al “calcolo distribuito globale” , una piccola frase strana che vuol semplicemente dire che ” ogni computer in rete è una piccola parte di un enorme supercomputer che lavora in tutto il mondo”.

Vedo i punti interrogativi materializzarsi sulle teste di chi legge, vediamo se riesco a farli dissolvere.

Il calcolo distribuito non è un invenzione recente, esiste da quando esistono le reti di computer, e consente ai computer di avere delle potenzialità di calcolo, altrimenti impossibili, attraverso la condivisione delle risorse e suddivisione dei compiti.

Un sistema ampliamente utilizzato nelle Render Farm degli studi cinematografici per il rendering dei film da distribuire nelle sale. Tale condivisione di risorse ci ha permesso di godere a pieno delle potenzialità della grafica 3D cosa impossibile da realizzare con un normale pc anche il più potente che esiste.

In pratica , senza entrare troppo nei dettagli del Cluster Computing, vi sono vari computer collegati tramite rete e un software che smista i lavori ai vari componenti  che lavorano simultaneamente ognuno al compito assegnato.

Dopo l’elaborazione il software si occupa di riunire le parti completando il lavoro.

Questo è ciò che avviene in un sistema di Calcolo Distribuito . Ora immagginiamo di estendere questa rete a tutti i computer del pianeta. Pensiamo ad un sistema che assegni al nostro portatile o pc da tavolo un lavoro per conto di un centro di ricerca, mentre noi navighiamo , scriviamo o guardiamo un film il pc interpreta i dati e poi li reinvia contribuendo al lavoro. Oltre a noi altre migliaia di persone partecipano al progetto dando vita al più grande lavoro collaborativo del mondo. In pratica si crea senza incidere né sui costi, né sull’impatto ecologico , un enorme capacità di calcolo semplicemente sfruttando i momenti di inattività di un computer o le capacità non utilizzate in quel momento.

Anche se non ce ne accorgiamo, il nostro computer sfrutta una minima parte delle risorse che ha a disposizione e non sono rari casi in cui il pc rimane acceso e inutilizzato facendo svolazzare scritte tridimensionali o tubi roteanti che chiamiamo salvaschermo.

Allora perché non sfruttare queste potenzialità aiutando la ricerca tramite Boinc?

Boinc (Berkeley Open Infrastructure for Network Computing) è un sistema di Calcolo Distribuito Globale che appunto sfrutta i momenti di inutilizzo o le potenzialità latenti del nostro computer eseguendo calcoli, interpretando dati per conto dei vari centri di ricerca che aderiscono al progetto.

Collaborare alla ricerca è semplice, si installa un software client, si scelgono dei progetti a cui aderire e in pratica si dimentica tutto, Boinc fa tutto da solo in quello che in gergo informatico viene definito “Background” , in maniera invisibile per l’utente. Non ci si accorge che il computer sta calcolando per la ricerca il software è invisibile, le risorse  non vengono saturate, e quindi il nostro lavoro non subisce rallentamenti e in qualsiasi momento possiamo spegnere il computer senza preoccuparci di nulla, Boinc riprende il suo lavoro alla riaccensione del computer.

Questo è solo un articolo introduttivo, non ritorneremo sull’argomento lasciando a siti specializzati l’approfondimento del sistema, ma credo abbiate capito quale importanza può avere per tutti il contributo che possiamo dare e che a volte per pigrizia o non conoscenza delle possibilità non diamo.

Io ho aderito a vari progetti, quello del SETI è solo un esempio, al sistema Boinc partecipano progetti che operano in campo astronomico, biochimico, medico e altro.

“Chi aderisce a un progetto di ricerca non lo fa per ricevere premi o denaro ma per poter dire di aver dato una mano. Tanti più pacchetti di dati elaboreremo, tanto più saremo utili alla ricerca. Tuttavia è importante sottolineare che aderendo a un progetto di “calcolo distribuito” non prenderemo nessun impegno vincolante: non ci sono risultati minimi da raggiungere. Chiunque potrà contribuire in maniera spontanea alla ricerca scientifica, lo farà per il tempo che vorrà e con quanti computer vorrà. Alla fine ci sembrerà come una sciocchezza da quant’è facile ma il nostro contributo avrà un valore ben più importante, lo avremo fatto per noi stessi quanto per gli altri. Il “calcolo distribuito” va interpretato come una nuova forma di beneficenza o di volontariato, e una volta iniziato sarà difficile non appassionarsi ad esso. ( Fonte BoincItaly.org )

Per maggiori dettagli su Boinc, su come scaricare il client, installarlo e usarlo, consiglio di visitare il sito BOINC.Italy , il portale di riferimento italiano http://www.boincitaly.org .

Alla prossima

 

8 comments

  • Ottimo articolo. Mi piace il taglio giornalistico e non tecnico che stuzzica la voglia di provare.
    Io l’ho scaricato, e sto elaborando rosetta e seti, ho un compiuter che va a manovella troppo non posso chiedere 😀

  • wow è una figata. Non ho capito un tubo di come funziona , ma ho istallato rosetta ha finito due wu. Ho stampato il certificato non vale nbiente ma è una soddisfazione appendere una prova che ho aiutato la ricerca… 😆 😆 😆

  • SETI Online è solo una piccola parte delle potenzialità del progetto Boinc. Il tutto è partito da Berkeley per il progetto SETI, ma poi si è evoluto coinvolgendo il campo della ricerca a 360°. I progetti a cui contribuire sono molti ormai e sei tu a sceglierli in base al campo di ricerca a cui vuoi dare il tuo contributo. Io ho differenziato contribuendo sia alle scoperte astronomiche, alla previsione delle malattie, alla ricerca di cure e alla previsione climatica…
    Buon calcolo a tutti

  • mi ricordo che iniziai con l’ormai storico seti@home nel lontano 2000 poi installai Boinc partecipando anche a ricerche come Rosetta e LHC (in effetti la sola ricerca ai fini di scoprire la vita extraterrestre non mi entusiasma più come da ragazzo, trovo quindi Boinc molto più completo e moralmente sostenibile)

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