In visita all’ IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”
Siete mai stati a visitare un Istituto di ricerca biomedica, i suoi laboratori e stabulari? Io ci sono stata alcuni giorni fa su invito del Dr. Giuliano Grignaschi, responsabile dell’Animal Care Unit dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Navigando in internet ho constatato che il più delle volte l’informazione su queste tematiche è scorretta, spesso le immagini sono false e gli articoli poco attendibili. Il termine “vivisezione” è usato a sproposito, non è una pratica in uso e genera molta disinformazione, quindi, quale modo migliore per farsi un’idea di cosa significhi Sperimentazione Animale e capire da vicino il lavoro quotidiano di tanti ricercatori, se non quello di entrare nel loro mondo? L’Istituto “Mario Negri”, non è un luogo inaccessibile, nulla di segreto e qualunque persona comune può farvi visita, basta richiederlo.
L’Istituto Mario Negri è una fondazione non profit che opera nel campo della ricerca biomedica, attivo dal 1963 con lo scopo fondamentale di contribuire alla difesa della salute e della vita umana. Per raggiungere questo risultato occorre studiare e approfondire la conoscenza dei meccanismi di funzionamento degli organismi viventi, trovare risposte sui perché insorgono le malattie, dal livello molecolare fino all’uomo, per giungere all’obiettivo finale: la messa a punto di nuovi farmaci o migliorarne l’efficacia per quelli già in uso. Dopo oltre 40 anni di attività, nel 2007 l’Istituto si è trasferito in una nuova sede, molto più grande (25000 mq) e dotata di strutture tecnologiche avanzate. Si trova sempre a Milano, nel quartiere della Bovisa.
Fondatore e Direttore dell’Istituto è il Prof. Silvio Garattini, Perito Chimico, Dottore in Medicina, Libero Docente in Chemioterapia e Farmacologia.
L’Istituto Mario Negri è all’avanguardia nella ricerca di metodi complementari per ridurre l’impiego di animali da laboratorio, come spiega il Prof. Garattini in questo articolo:
Ad oggi sono stati fatti passi significativi in quella direzione. Gli animali utilizzati ogni anno nel nostro stabulario sono passati dagli oltre 120.000 di qualche decennio fa, a meno di 15.000. Noi siamo determinati a sostenere lo sviluppo di questo ambito di ricerca, al fine di ridurre ulteriormente il numero di animali utilizzati nei singoli progetti di ricerca. Al momento, tuttavia, non esistono metodi alternativi, al computer o con le cellule, nella ricerca di nuove terapie, capaci di dare le risposte di efficacia e di sicurezza che il modello animale, pur nei suoi limiti, è in grado di assicurare.
Nel piano sotterraneo, adibito ai laboratori e agli stabulari, tutto viene rigorosamente
controllato, l’obiettivo più importante è il benessere e la salute degli animali. Si tratta di topi e ratti, in tutto circa 15000 cavie. Tutto è finalizzato al loro benessere. Molto spesso, il confronto tra animalisti e ricercatori verte sull’aspetto economico della SA, non ci si rende conto dei costi che un laboratorio deve sostenere per garantire il benessere degli animali. I metodi alternativi non consentono di portare a termine una ricerca senza l’uso del modello animale. Se un ricercatore può risparmiare un animale, lo fa, non solo per ragioni etiche ma anche economiche. Come mi spiega il Dr. Grignaschi: gli animali hanno assistenza 365 giorni all’anno e sono garantite loro le migliori condizioni ambientali possibili: temperatura costante (22+/-2°C), umidità controllata (55 +/- 10%), cibo e acqua sempre freschi, controllo veterinario costante. Per garantire tutto questo è necessario uno sforzo economico importante sia in termini di personale (formato, aggiornato e sempre presente) che di attrezzature; solo per mantenere le condizioni ambientali, ad esempio, pur adottando tutte le migliori strategie (come realizzare lo stabulario nei sotterranei per avere maggiore stabilità della temperatura) si spendono ogni mese circa 10 € per metro quadrato di energia elettrica. Per uno stabulario come il nostro, che si estende su una superficie di circa 3000 metri quadrati, ogni mese si consumano circa 30.000 € di corrente elettrica, SOLO per mantenere le corrette condizioni ambientali. Tutto il personale deve essere formato e costantemente aggiornato per poter garantire la migliore assistenza possibile agli animali; il personale dell’organismo Preposto al
Benessere degli animali vigila sulla corretta applicazione di tutte le normative e di tutte le procedure.
Prima di accedere allo stabulario devo seguire una specifica procedura di vestizione; l’accesso è consentito solo con camice monouso, guanti, maschera, cuffia e soprascarpe, che dovranno essere indossati nello spogliatoio dopo un accurato lavaggio delle mani, poi si entra in una cabina dove ci si sottopone alla doccia d’aria. Questo, sempre per proteggere la salute degli animali da eventuali agenti patogeni che potrei introdurre dall’esterno. Ho visitato i laboratori di Neuroscienze dove sono ricoverati dei ratti per lo studio della SLA. Nel laboratorio di Oncologia si trovano i topi nudi, piccoli topini rosa senza pelo con orecchie incredibili. Ho visitato le sale operatorie che sono due, complete di tutte le strumentazioni come potrebbe essere una sala operatoria di un nostro ospedale. Laboratori di Ecografia Cardiaca, TAC e RMN, con macchinari dal costo molto alto.
Il Dr. Grignaschi è stato molto disponibile, una persona molto attenta al proprio lavoro, con una passione e un impegno che trasmette nelle sue parole che riporto di seguito:
Nel nostro istituto si lavora con modelli animali principalmente sulla neurodegenerazione, sull’oncologia e sull’infarto. Per lo studio dei diversi problemi neurodegenerativi (SLA, Alzheimer, Ictus, Epilessia, etc), l’animale viene usato come modello di specifici meccanismi che possono svolgere un ruolo importante nella malattia, grazie ai risultati ottenuti nel modello si cerca poi di dare indicazioni utili nell’uomo. Nella SLA ad esempio (una malattia rara), tramite l’utilizzo di topi con la stessa mutazione genetica che causa la patologia nell’uomo, si cerca di capire quale meccanismo porti alla morte i neuroni di moto; ad oggi infatti ancora non è stato possibile capire il motivo per cui sopravvenga la progressiva degenerazione di questi neuroni, rendendo impossibile l’individuazione di una terapia davvero efficace. Grazie all’utilizzo del modello animale però si è potuto stabilire che la SLA è una malattia multifattoriale (dovuta cioè all’interazione di diverse popolazioni cellulari oltre ai neuroni) e si spera di poter presto chiarire i meccanismi coinvolti .
I topi definiti “nudi” sono animali portatori di una mutazione genetica spontanea che causa un non corretto funzionamento di una parte del timo, l’organo responsabile della produzione dei linfo
citi T e quindi, una ridotta risposta immunitaria. Caratteristiche secondarie di questa mutazione sono l’assenza di pelo e di capezzoli nelle femmine (che quindi non sono in grado di allattare i piccoli). Questi animali sono particolarmente utili nella ricerca in campo oncologico perché essendo immunocompromessi, non presentano rigetto quando trapiantati con tumore umano; il tumore trapiantato, quindi, potrà essere studiato e in particolare, potrà essere studiato come questo risponde ai trattamenti farmacologici. Negli ultimi anni, grazie a questo modello, si è anche potuta percorrere la strada della terapia “personalizzata”: la massa tumorale, prelevata dal paziente e divisa in tanti piccoli pezzi, viene trapiantata nel topo dove si può studiare quale farmaco sia più efficace nel ridurne la crescita per poi utilizzarlo nel paziente. Le procedure chirurgiche sono molto standardizzate e prevedono precisi protocolli di anestesia, analgesia e profilassi antibiotica; tutto avviene in maniera paragonabile alla chirurgia umana I costi sono elevatissimi: gli studi nel modello animale sono i più costosi tra quelli relativi alla ricerca di base. I dispositivi per la diagnostica sono studiati appositamente per la specie animale di interesse ed essendo molto specifici hanno generalmente dei costi molto più elevati di quelli utilizzati nell’uomo. Una macchina per la risonanza magnetica nucleare nel topo, ad esempio, arriva tranquillamente a costare più del doppio di quella ad uso umano, nell’ordine degli 1.5 milioni di €.
Possiamo quindi avere un’idea di quanto costi la ricerca, quanto possa costare un esperimento e lo sforzo economico impiegato nella tutela dell’animale. Comprendere quali siano i danni causati da eventi esterni sconsiderati, che manderebbero all’aria investimenti importanti, sia economici che di ricerca.
Rosa Contino
95 comments
Dimenticavo: come le ho già detto, ho scritto anche all’organizzatore dell’evento di Salerno che mi ha confermato di non avere il video. Più di così non so cosa fare per aiutarla se non chiedere a Daniele Tedeschi e alla università di Salerno di replicare la giornata (cosa che peraltro avevamo già in programma).
non capisco se fa finta di non capirmi…
io sono uno di quelli che USA I METODI ALTERNATIVI! non faccio chiacchere a riguardo, faccio e basta.
ma ne riconosco i limiti.
io studio tossicologia, e lo faccio tramite metodologie che non prevedono l’uso di animali: http://www.cultex-laboratories.com/
questo e’ uno dei sistemi che uso.
conosco le metodologie, ma proprio per questo, conosco anche le loro limitazioni. Non riesco a capire cosa ci sia di sbagliato nel conoscere i pro ed i contro di quello che si fa.
le ri-ripeto che sono 4 anni che vivo fuori dall’italia, per questo le mie informazioni sono frammentarie, se I-care terra’ dei corsi universitari che ben vengano, chi e’ che tiene il corso?
io non ho nessuna tessera di nessuna associazione, mi limito ad essere d’accordo o meno con le persone, ed all’interno di pro-test italia (ed associazioni simili) ci sono persone valide nel mondo scientifico, lo stesso non posso dire delle associazioni animaliste, i nomi di spicco sono la Kuan e la Penco, non e’ che siano proprio due luminari…
poi signora Manuela, i soldi lei li puo’ dare a chi vuole, io non ho mai fatto la dichiarazione dei redditi in Italia, quindi non so proprio come funziona, ma non si puo’ dare il 5×1000 ad una associazione di propria scelta?
lei mi dice che le associazioni per i metodi alternativi non dovrebbero finanziare le ricerche alternative, ma dovrebbe essere lo stato? scusi, e che dovrebbero fare allora? lei signora mi sa che vuole la botte piena e la moglie ubriaca…
[quote name=”manuela”]Mentre il capitombolo di Max sul non sapere che proprio la associazione che lui cita, in questi giorni terrà corsi universitari, può essere una svista (magari proprio mentre scrivere aveva un attacco di emicrania) la sua frase “per quello che riguarda la sua proposta di separare i metodi alternativi dalla SA non sono assolutamente d’accordo, sono due parti complementari della ricerca, che devono essere usate in sinergia, non farsi la guerra per i fondi (pochi e miseri) l’una con l’altra” mi lascia veramente basita, delusa e anche un pò arrabbiata….
prenderei in prestito una sua recente figura metaforica(l’asino) e la riproporrei cosi: “E QUI CASCA L’ASINO!!”
1) Se si tratta delle MIE tasse o delle MIE donazioni IO DEVO AVERE IL DIRITTO DI DARLE A CHI MI CONVINCE DI PIU e, come dice anche lei, essendo attivi progetti con entrambe le metodiche non capisco dove sia il problema se lei da i suoi soldi ai sorci e io, per esempio, li do all’epidemiologia UMANA..( ma avevo già annusato la allergia pro-testina alla libertà di scelta e alla democrazia).
2) basterebbe avere pochi rudimenti economici per capire che la mia proposta aumenterebbe il gettito di donazioni poiché ora chi è anti sa boicotta le donazioni agli istituti che usano modelli animali poiché i soldi entrano tutti nello stesso calderone mentre differenziando i conti si richiamerebbero più soldini poiché entrambe le fazioni donerebbero alla ricerca che più gli aggrada..
Caro Max, non so se la cefalea le sia passata quindi le faccio un esempio facile e pratico:
Dal sito TELETHON:180.000 €, Ritardo mentale “Quando qualche anno fa abbiamo identificato uno dei geni responsabili di ritardo mentale (RM), il gene GDI1, abbiamo realizzato quanto complessa fosse questa malattia e quanto poco se ne sapesse. I geni da identificare sono moltissimi. L’approccio che noi abbiamo preso per identificarne alcuni si basa sia su nuove tecnologie di studio di pazienti che sull’analisi di un mutante di topo che presenta alcune interessanti caratteristiche che ne fanno secondo noi un buon modello per studiare almeno alcuni aspetti del RM.”
Quindi poiché personalmente quel “secondo noi” mi sembra un po’ troppo soggettivo e manipolabile e poco scientifico, poiché penso che senza esser il Dr. Dolittle credo sia poco verosimile identificare un topo “ritardato mentale” e poiché qui si evince chiaramente che ci sono 2 filoni di ricerca diversi, netti e separati, una umana e una topese
dove sarebbe il problema di dividere i due finanziamenti?
Lei continuerebbe ad avere la possibilità di buttar..cioè usare i soldi per osservare i topi ritardati (ammesso che ce ne siano) mentre io finanzierei lo studio umano…
Tutti contenti, nessuna guerra e vince che arriva prima a risultati attendibili per gli umani .. no?
..
..a meno che non si sia proprio allergici alle scelte democratiche..[/quote]
Giuliano, prendo atto della sua ammissione di significative, insuperabili incognite circa l’eventuale estrapolazione di dati da test sperimentali eseguiti su un topo di laboratorio, a cui è stata indotta una malattia solo approssimativamente simile alla condizione clinica umana sotto studio, ad un paziente che nella maggior parte dei casi non riceve, purtroppo, adeguati trattamenti atti a contrastare la sua invalidità. Nondimeno, ancora una volta devo dissentire da quanto da lei sostenuto circa le discrepanze di risultati osservate tra modelli murini pre-clinici ed esseri umani nei vari trials clinici, perchè ad onor del vero sui topi SOD1 numerosi sono stati fino ad oggi gli agenti farmacologici segnalati nella letteratura scientifica che hanno prolungato SIGNIFICATIVAMENTE la durata della vita del modello animale di SLA, fallendo, come acclarato, nel mostrare risultati simili su esseri umani. Credo che, in virtù delle somme di denaro investite, le risorse animali ed umane impiegate e l’urgenza di concretizzare trattamenti che forniscano una qualche rilevante efficacia, anche un agente che avesse quanto meno sortito un prolungamento significativo dell’aspettativa di vita della persona affetta da SLA, come osservato nei topi GM SOD1, sarebbe potuto essere considerato almeno un progresso concreto in decenni di esaustive, e fallimentari, ricerche su animali. Eppure, come noto, NESSUN trattamento terapeutico capace di sortire l’efficacia terapeutica riscontrata negli studi animali è mai stato tradotto per la pratica clinica umana. Credo che le divergenze di risposte tra animali ed umani siano palesi. Ai primi si è riusciti ad allungare la durata della vita in modo rilevante, ai secondi no. Ma stiamo cercando di curare i topi o le persone? Questi purtroppo saranno sempre, a grandi linee, i risultati che potremo sperare, al meglio delle ipotesi, di ottenere, tentando di tradurre dati da un sistema vivente adattativo evoluto e complesso quale è l’animale ad un altro che è complesso in modo significativamente diverso quale è l’umano, come testimoniato nelle acclarate divergenze di risposte nell’ADMET, ad esempio, e nello sviluppo farmacologico. Inoltre, come le ho già detto, non ho alcun problema ad ammettere che anche lo studio in silico, tarato in molte istanze su dati animali, ed in vitro 2D (tecnologia secolare) che utilizza nella maggior parte dei casi cellule e tessuti animali, si siano dimostrati ugualmente inefficaci come approcci pre-clinici antecedenti agli studi in vivo su animai, in cui si decide in ultima istanza se continuare con la sperimentazione del candidato composto sugli esseri umani o meno (fino a prova contraria). Da qui la necessità di cambiare paradigma di ricerca, incentrandolo su metodi di prova REALMENTE RILEVANTI per gli esseri umani, come i più moderni e sofisticati approcci human-based che vadano a rimpiazzare i limitati e troppo spesso inefficaci test animal-based. Infine Giuliano, dal mio punto di vista, e sarei curioso di rilevare anche il parere dell’opinione pubblica sul tema di risultati effettivi ed eventuali sprechi, 50 anni di buchi nell’acqua, per così dire, perseverando ad imboccare lo stesso sentiero rivelatosi più volte quello sbagliato e fuorviante, ebbene si, per me, da contribuente e da persona che tiene seriamente in considerazione la salute dei bisognosi, così come lei Giuliano, questo è un intollerabile ed ingiustificabile spreco.
Alfredo Lio
Gradirei inoltre avere conferme da lei Dr Grignaschi su un eventuale vaccino destinato al trattamento del virus Ebola autorizzato per l’impiego clinico umano. Mi perdoni, ma ritengo l’articolo di giornale che lei ha rappresentato nel suo commento all’attenzione della signora Manuela alquanto discutibile, sia di contenuti che di forma, basta leggere le prime righe per farsi un’idea piuttosto indicativa dell’attendibilità e la razionalità dell’autore che lo ha scritto. Sarebbero queste le sue fonti Giuliano?
Alfredo Lio
Gradirei inoltre avere conferme da lei Dr Grignaschi su un eventuale vaccino destinato al trattamento del virus Ebola autorizzato per l’impiego clinico umano. Mi perdoni, ma ritengo l’articolo di giornale che lei ha rappresentato nel suo commento all’attenzione della signora Manuela alquanto discutibile, sia di contenuti che di forma, basta leggere le prime righe per farsi un’idea piuttosto indicativa dell’attendibilità e la razionalità dell’autore che lo ha scritto. Sarebbero queste le sue fonti Giuliano?
Alfredo Lio
Alfredo, la prego, non giochiamo con i termini; il significativamente che lei riporta è riferito alla significatività statistica, come lei ben sa. Nessuno nega che aumentare del 10% la sopravvivenza nel modello animale non sia sufficiente ma, ad oggi, nessuno ha proposto nulla di meglio in maniera convincente. Prova ne è il fatto che ancora non si vede la soluzione. Quello che davvero non capisco nel suo ragionamento è il motivo per cui, secondo lei, un ricercatore dovrebbe preferire un metodo totalmente inutile ed obsoleto quando ne esistono altri molto più efficaci. Ancor meno chiaro poi mi risulta come sia possibile che non ci sia nessuno che applichi le metodiche che lei ritiene rilevanti e trovi così la cura per questa terribile malattia. Sarei davvero curioso di capire meglio la sua opinione su questo.
Ebola: si, lo confesso ancora: non sono un tuttologo e mi fido dell’opinione di colleghi più esperti di me in determinati settori. Inoltre ritengo La Stampa il quotidiano molto obiettivo. Questa è la mia opinione, ovviamente. Per quanto riguarda la validità del vaccino, lo scopriremo nella realtà nei prossimi mesi.
questione EBOLA :
Egregio Dr. Grignaschi, in base alla sua professione, speravo in citazioni scientifiche invece che un articolo della Stampa… personalmente la Stampa non mi piace perchè la ritengo poco oggettivo soprattutto su alcuni argomenti, basti pensare a quante pagine e spazio ha concesso alla povera Simonsen e quanto spazio (NON) ha concesso per notizie di questo calibro inerenti, guarda caso, una delle più grandi sostenitrice della sperimentazione animale(riportare peraltro da TUTTI gli altri quotidiani) http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/04/03/news/salute-quel-business-segreto-della-vendita-dei-virus-1.159618
Ceppi di aviaria spediti in Italia per posta. Accordi tra scienziati e aziende. L’inchiesta segreta dei Nas e della procura di Roma ipotizza un vero e proprio traffico illegale. E nel registro degli indagati c’è un nome eccellente: quello di Ilaria Capua, virologa di fama e deputato. Che respinge le accuse
Pertanto spero di farle cosa gradita integrando il suo link con una piccola rassegna stampa sulla questione ebola..con delle frasi veramente interessanti per spunti di riflessione:
-http://www.wired.it/scienza/medicina/2014/09/01/ebola-vaccino-siero-scimmie/
..Sebbene il ceppo usato per infettare i macachi SIA DIVERSO da quello responsabile dell’epidemia in Africa occidentale, per gli autori il cocktail di antibiotici testato sarebbe efficacie anche nel bloccare la replicazione del ceppo così virulento. Ma la CAUTELA resta: se infatti la GUARIGIONE dei DUE americani farebbe ben sperare la MORTE DI ALTRE DUE persone, che avevamo comunque ricevuto Zmapp, lascia ancora molti dubbi sul reale potenziale del farmaco, come ricorda anche la Bbc.
http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/ebola-test-zmapp-su-scimmie-infette-guarite-ma-scienziati-cauti-20140830_114558.shtml
..Ottimismo anche da Gary P. Kobinger, autore dello studio pubblicato su Nature, che invita però alla cautela: NON E’ DETTO CHE CIO’ CHE FUNZIONA PER LE SCIMMIE FUNZIONI ANCHE PER GLI ESEERI UMANI.
..Il farmaco sperimentale è stato somministrato a Kent Brantly e Nancy Writebol, i due operatori umanitari americani guariti dopo il contagio in Liberia. I MEDICI STESSI HANNO TUTTAVIA DICHIARATO CHE NON E’ POSSIBILE DETERMINARE CON ESATTEZZA SE LA GUARIGIONE SIA ATTRIBUIBILE AL MEDICINALE.
http://www.focus.it/scienza/salute/otto-cose-da-sapere-su-ebola
A oggi – QUANDO LE VITTIME VENGONO IMMEDIATAMENTE IDRATATE, NUTRITE E CURATE CON APPOSITI FARMACI ANTIPIRETICI C’è COMUNQUE UNA PROBABILITA’ DI SOPRAVVIVENZA , come è successo a due medici a cui è stato somministrato in via eccezionale il farmaco Zmapp MA SOPRATTUTTO curati negli Stati Uniti con farmaci antipiretici e reidratati
http://www.ilpost.it/2014/09/08/mancano-posti-letto-malati-ebola/
… I due nuovi vaccini non sono ancora stati sperimentati sugli esseri umani ma nei prossimi giorni – bypassando i normali protocolli per casi del genere, ha detto l’OMS – saranno condotti i primi test su alcuni VOLONTARI per verificarne la sicurezza e per controllare le reazioni del sistema immunitario: SE I RISUTATI SU QUESTI TEST saranno ritenuti soddisfacenti, i vaccini saranno subito somministrati agli operatori sanitari in Africa Occidentale.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/08/17/ebolasaccheggiato-centro-medico-liberia_462d90d5-7c70-40f6-b5d8-f4567f3490cc.html
…A Brantly, sopravvissuto ad un virus che ha una mortalità compresa tra il 60 e il 90% dei casi “è stato somministrato un vaccino sperimentale mentre era ancora in Liberia E UNA UNITA’ DI SANGUE PROVENIENTE DA UN QUATTORDICENNE SOPRAVVISSUTO A EBOLA”, precisa il presidente dell’associazione. Alla STESSA CURA è stata sottoposta anche Nancy Writebol, la missionaria appartenente alla stessa organizzazione, rientrata negli Stati Uniti dalla Liberia dove ha contratto la malattia, che però risulta ancora ricoverata in isolamento.
OMS: CURA PUO’ ARRIVARE DA SANGUE SOPRAVVISSUTI – LA MIGLIORE CHANCE DI CURA PER I MALATI DI EBOLA PUò ARRIVARE DAL SANGUE DI CHI E’ RIUSCITO A SOPRAVVIVERE a questa tremenda infezione. Visto che i farmaci sperimentali sono pochi o non ancora pronti all’uso, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stanno pensando ad un’altra soluzione, cioè usare il plasma del sangue di chi è guarito dalla malattia, che contiene gli anticorpi sviluppati alla malattia, e ‘condividere’ questa immunità al virus con chi è malato per aiutarlo a combattere l’infezione.
Mi dispiace se ho urtato la sensibilità dei Protestini che continuano a fuffare sui loro diversi “socialgemellicopiaincolla” che l’ebola sta per essere sconfitta grazie alle scimmie…perchè le 18 scimmie NON sono statisticamente rilevanti, perchè passando all’uomo 2 sono morti e 2 sono sopravvissuti,
perchè c’è il forte dubbio che la terapia di sostegno data negli USA sia stata la sola a fare realmente la differenza, e perchè l’OMS valuta come soluzione il PLASMA umano dei sopravvissuti…
chi vivrà vedrà l’esito..
che sarà certo e tale solo DOPO aver visto negli umani cosa succede.
Giuliano credo che qui non stia giocando nessuno, è chiaro che io e lei abbiamo due modi ben differenti di guardare all’utilità che gli studi animali hanno avuto fino ad oggi nella ricerca sulla SLA.
Nondimeno, penso che molti scienziati impegnati direttamente nelle ricerche in questa specifica area di studio ritenevano con tutta evidenza i risultati osservati sul topo SOD1 talmente promettenti da poter sperare di ottenere qualche progresso significativo per il trattamento di questa terribile malattia:
”Considerando che la minociclina ha dimostrato di inibire l’attivazione della microglia, l’efficacia terapeutica di questo derivato della tetraciclina è stata testata nei modelli di topi G93A di SLA familiare. Questo farmaco … ha esteso la sopravvivenza dei topi G93A. A 120 giorni di età, la minociclina ha protetto i topi dalla perdita di motoneuroni e dalla vacuolizzazione. Questi risultati dimostrano che l’interferenza con le risposte immuno-infiammatorie ha un effetto benefico nei topi modelli di SLA, suggerendo che questa sia una nuova potenziale strategia per trattare la SLA”
Van Den Bosch L. et al. Minocycline delays disease onset and mortality in a transgenic model of ALS. Neuroreport. 2002 Jun 12;13(8):1067-70.
Come vede Giuliano, chi è stato impegnato direttamente nelle ricerche sul campo sembrava nutrire una considerazione ben diversa dalla sua in riferimento al valore, o presunto tale, dei risultati promettenti osservati sui topi SOD1. Credo sia un pò troppo comodo cercare di liquidare anni ed anni di fallimenti ottenuti con gli studi animali azzardando un chiaro tentativo di ridimensionamento dei palesi insuccessi conseguiti, nonostante progressi concreti ottenuti sui topi….ma non sui malati umani.
E ancora mi chiedo e le chiedo…
ma stiamo cercando di curare i topi o le perone?
Prendo atto infine che il Dr Grignaschi si fida di quanto riportato sui quotidiani nazionali…
cosa dire?
Tratteniamo il respiro in attesa di conferme inerenti a questo presunto vaccino destinato al trattamento del virus Ebola.
Dopo decenni di studi e fallimenti ANCHE in questo caso, non ci resta che incrociare le dita e SPERARE di aver indovinato…
come del resto è abitudine risaputa dei giocatori della lotteria.
Alfredo Lio
QUESTIONE TRIAL:
E’ vero Dr. Tedeschi, qui si gioca spesso con i termini.. forse lo fa non volendo perchè, come lei precisa onestamente in alcuni suoi commenti, è giustamente oberato e ha poco tempo a disposizione..spero sia cosi..
per esempio lei mi dice “credo lei faccia un pò di confusione.Prima mi parla di test su volontari sani, poi riprende un discorso del Sig Lio su test effettuati con Minociclina in pazienti….”
E io le chiedo: perchè? Una cosa esclude l’altra?Ora mi spiego meglio:
A parte il fatto che quando si CITA qualcosa si cita qualcosa di qualcun altro e quindi NON sono io a dire che i trial clinici (che sono rischiosi proprio per il salto di specie e non sicuri come invece lei dice… non so per quale motivo) contemplano l’ “uso” sia di soggetti sani che di soggetti malati, invece lei tenta di far intendere che i trial umani siano solo su volontari sani (che comunque rischiano molto..anzi di più dei malati perchè rischiano di perdere l’aggettivo SANI).
Poichè però sono abituata a non fare atti di fede né a pretenderli, spero di farle cosa gradita inserendo qui le slide delle lezioni universitarie che dicono il CONTRARIO di quanto da lei asserito..anche questa volta è liberissimo di andare a disquisire con chi tiene le lezioni che ho letto e che le copio..
httpfarmacia.unich.itfarmacologiadidatticatossicologiadiastudi_tossicita_bn.pdf (pagina 10)
[Sperimentazione clinica: Fase 1
– centri di ricerca, universita
– ristretto numero di volontari (
httpfarmacia.unich.itfarmacologiadidatticatossicologiadiastudi_tossicita_bn.pdf (pagina 10)
[Sperimentazione clinica: Fase 1
– centri di ricerca, universita
– ristretto numero di volontari (
SPERO SI VEDA..sono al secondo invio ma mi “trancia” alcune parti..scusate…
Dicevo Come vede nei trail vengono usati sani e malati, NON come dice lei, solo i sani…..
Da questa altra lezione (accademica )che cito qui di seguito invece si evince il perchè NON SONO ASSOLUTAMENTE SICURI COME LEI ASSERISCE..
dispense e slide facoltà biotecnologie:
[Definizione degli Studi Clinici: Fase I
scopi:
– farmacocinetica
– massima dose tollerabile (MTD)
– tossicità
disegno:
– non controllato
soggetti:
– individui sani
– pazienti terminali (drug-oriented)
aspetti particolari:
– studi monocentrici
– dose di partenza: LD10/10, ED50/20, etc.
– MTD: dose inferiore a quella CHE PROVOCA IN 2/3 DEI PAZIENTI UNA O PIU’ TOSSICITA’ DI GRADO 3° o 4° (criteri OMS)
Definizione degli Studi Clinici
Fase II
Studi terapeutici pilota.
Lo scopo è quello di dimostrare l’attività e di valutare la sicurezza a breve termine di un principio
attivo in pazienti affetti da una malattia o da una condizione
clinica per la quale il principio attivo è proposto.
Gli studi vengono condotti su un numero limitato di soggetti
e spesso, in uno stadio più avanzato, secondo uno schema
comparativo (es. controllato con placebo). Questa fase ha
anche lo scopo di determinare un appropriato intervallo
di dosi e/o schemi terapeutici e (se possibile) di identificare
il rapporto dose/risposta, al fine di fornire le migliori
premesse per pianificare studi terapeutici più estesi.
Circolare del Ministero della Sanità n. 15 del 5 ottobre 2000]
La ringrazio cmq perchè con i suoi commenti inesatti sicuramente per il poco tempo che ha a disposizione mi ha dato occasione di parlare dei trial, argomento di cui sui media si parla poco, niente o male..
questione colture cellulari..
Dal sito Telethon:
[Distrofie muscolari
68.000 €
Principal Investigator
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA CELLULARE E DELLO SVILUPPO
UNIVERSITA’ DI PALERMO
Analisi della funzionalità motoria nel tratto gastrointestinale in topi distrofici (mdx)GGP030250
La distrofia muscolare di Duchenne (DMD), è una malattia genetica caratterizzata da degenerazione muscolare cronica ed è dovuta all’assenza di distrofina, una proteina della membrana plasmatica presente in diverse cellule. Per spiegare la patogenesi di questa malattia, sono state avanzate differenti ipotesi, tra cui un’alterazione dell’omeostasi del Ca2+ intracellulare e/o un deficit dell’ossido d’azoto (NO), regolatore di molti processi fisiologici. Alterazioni di tipo distrofico sono stata riscontrate anche nel muscolo liscio intestinale. INFATTI DISFUNZIONI MOTORIE SONO STATE DIAGNOSTICATE IN PAZIENTI AFFETTI DA DMD. L’uso di modelli animali (topi mdx) ha permesso di superare l’OSTACOLO DELLA LIMITATA DISPONIBILITA’ DI MATERIALE BIPTICO UMANO A FINI SPERIMENTALI.]
Proprio da Telethon si evince che il superamento di questo ostacolo è una battaglia comune..
ecco trovato il nocciolo:poichè, come dicevo, non c’è una legge che preveda su scala nazionale e in ogni ospedale , clinica o Asl,l’utilizzazione di TUTTO il materiale umano (per esempio bioptico) che a volte finisce nella ricerca ma troppo spesso finisce come rifiuto speciale, dovremmo unirci per proporre che NON ci sia più questo spreco (lamentato dagli stessi ricercatori Telethon) che peraltro devono accontentarsi di una scelta di “serie B” sapendo che gli stessi errori in cui si può incorrere con l’utilizzo di TUTTO il topo, si incorrono ANCHE nell’utilizzo delle SUE cellule o dei SUOI tessuti..
ecco spiegato, grazie alla lettura degli abstract di Telethon, il mistero di cui il Signor Lio e il Dr. Grignaschi parlano..
Perchè anche le colture ci deludono(fase preclinica antecedente alla sa)?..perchè sono colture di TOPO..
..battaglia comune..per la ricerca UMANA..comune per tutti tranne che per Mascelloni che ora mi dirà che se ne deve occupare la Lav, o il canile e o il gattile..
no, vabbe’, ci rinuncio.
avete ragione voi, fate come vi pare.
aboliamo la ricerca sugli animali, solo metodi alternativi e sperimentiamo sull’uomo, preferisce una razza in particolare?
mi domando, ma io, perche’ mi interesso a cercare di spiegare e far capire? avete dei preconcetti grossi come una casa e ascoltate solo la vostra campana convinti di avere la verita’ assoluta in tasca. guai a dire l’opposto.
io la chiudo qui, volete abolire la sperimentazione animale completamente? fatelo, vorra’ dire che continuero’ a lavorare all’estero, dove ancora i governi non sono schiavi di cento animalisti che fanno tanto rumore.
avete ragione voi, il modello animale e’ sbagliato, e tutte le cure che sono state trovate tramite la S.A. sono state trovate per puro culo.
p.s.
visto che ci siete, perche’ non vietate la vendita di tutti i farmaci ottenuti tramite S.A.? mi sembrerebbe il giusto passo successivo.
Max, ho paura che la tua emicrania stia peggiorando.. non riesci a leggere nitidamente i commenti? ..inconsultamente ti è partito il dito sul classico copia incolla che sei abituato a fare agli animalari? Ti sei accorto che la tua risposta non ci azzecca nulla con i miei commenti???
Mammamia, se non fosse che hai attacchi di emicrania sarei portata a dire..”che poi non è tutto sto danno che alcune “menti” vadano all’estero…” se non riesci a leggere/comprendere/ essere attinente a poche righe figuriamoci il resto…
😉
Gentile Manuela, mi dispiace ma trovo che lei continui a mischaire argomenti diversi, senza mai giungere ad una conclusione. Per non rischiare di sentirmi dire ancora che non leggo bene, copio la sua frase: “Perchè anche le colture ci deludono(fase preclinica antecedente alla sa)?..perchè sono colture di TOPO..” Ma lei davvero pensa che si facciano solo colture cellulari con cellule animali? Se è così, la informo che si sta sbagliando grossolanamente e mi perdonerà se non mi prendo il tempo per citarle articoli scientifici che lo testimoniano. Le ripeto: tutte le metodologie conosciute vengono utilizzate senza risparmiare alcuno sforzo; possono poi esserci problemi nell’ottenimento di materiale umano per problemi vari ma di sicuro questo non dipende dalla comunità di ricerca. Per quanto riguarda i rischi dei trials clinici….. ci vorrebbe una giornata intera per parlarne e ovviamente, se lei cita l’esempio del trial con minociclina in pazienti terminali SLA paragonandolo ai test di farmacocinetica nei volontari sani….. non andiamo da nessuna parte e facciamo solo confusione.
Alfredo, continuiamo a girare intorno all’argomento senza arrivare al nocciolo della questione. Nell’esempio da lei fatto, nel 2002 un gruppo di ricercatori utilizza la minociclina nel modello murino dopo che in-vitro era stato evidenziato un effetto neuroprotettivo e vede un aumento di sopravvivenza del 15%. Certo, in quel momento e in assenza di qualsiasi altro trattamento efficace, si spera che questo possa dare un minimo effetto anche nell’uomo ma così non è, purtroppo. Tenga conto che l’unico trattamento utile nell’uomo (riluzolo) funziona in maniera analoga anche nel modello murino quindi questo sembra un buon modo per screenare molecole e non andare alla cieca nel somministrare farmaci. Il punto è: se altri hanno metodi migliori, li propongano e sicuramente verranno utilizzati!
Giuliano, credo che il punto sia sempre quello ad onor del vero. Numerosi sono stati gli agenti farmacologici sperimentali segnalati per la rallentare il progresso della SLA o dimostrare comunque sia una certa efficacia nei modelli murini GM SOD1:
”In stroke medicine, despite decades of immense human, animal, and financial investment, animal models have failed to yield a single neuroprotective treatment for humans. Similarly, none of more than 100 drugs studied in an established mouse model of amyotrophic lateral sclerosis, many of which had been reported to slow down the disease, was ultimately found to be beneficial after more rigorous experiments. Eight of these drugs had been used in thousand of patients who participated in failed clinical trials.”
Pound P, Bracken MB. Is animal research sufficiently evidence based to be a cornerstone of biomedical research? BMJ. 2014 May 30;348:g3387. doi: 10.1136/bmj.g3387
Come visto, nessuno di questi candidati trattamenti di cui si era riscontata una certa efficacia su modelli animali ha dimostrato i medesimi effetti terapeutici sugli esseri umani.
NEMMENO UN PROGRESSO SIGNIFICATIVO OTTENUTO IN DECENNI DI RICERCHE E COLOSSALI SOMME DI DENARO INVESTITE…PER MIGLIORARE LA SALUTE DEI TOPOLINI
C’è da dire inoltre che il riluzolo, l’unico farmaco approvato per il trattamento della SLA, che dimostra una limitatissima efficacia, non si deve ricondurre alle osservazioni rilevate sul modello murino SOD1:
Greek, R. & Hansen, L. (2013). Questions regarding the predictive value of one evolved complex adaptive system for a second: Exemplified by the SOD1 mouse. Progress in Biophysics & Molecular Biology 113, 231– 253
Io mi chiedo invece, acclarato che i sistemi di modello animale sono stati dimostrati del tutto inaffidabili, troppo spesso fuorvianti e fallimentari nei loro propositi, perchè gli enti regolatori NON autorizzano l’utilizzo di altri approcci di prova pre-clinici NON animal-based che già sono stati sviluppati e sono in ulteriore fase di sviluppo, evitando quindi il passaggio obbligatorio in vivo su animali nel pre-clinico? Perchè non si cambiano i protocolli di convalida attuali previsti nell’iter di validazione, riconosciuto largamente fallace proprio perchè deve tenere conto dei fuorvianti dati animali, e non si velocizzano i tempi per la convalida di un candidato test atto al replacement snellendo dove possibile le procedure?
D’altronde, anche lo stesso Dr Francis Collins, attuale direttore degli US NIH, ha ammesso senza mezzi termini quanto sia fattibile e concreta oggi questa svolta nel paradigma di ricerca:
”L’uso dei modelli animali per lo sviluppo e la validazione del bersaglio terapeutico richiede tempo, è costoso e NON PUÒ PREVEDERE IN MODO ACCURATO L’EFFICACIA NELL’ESSERE UMANO. Come risultato di ciò, molti composti clinici sono destinati soltanto a fallire nelle fasi II e III degli studi (clinici in esseri umani), molti altri sono probabilmente abbandonati a causa delle carenze del modello (animale) […]
CON UNA PRIMA E PIÙ RIGOROSA VALIDAZIONE DEL TARGET NEI TESSUTI UMANI, PUÒ ESSERE GIUSTIFICABILE SALTARE DEL TUTTO LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA NEL MODELLO ANIMALE.”
Collins FS. Reengineering Translational Science: The Time Is Right. Sci Transl Med 6 July 2011: Vol. 3, Issue 90, p. 90cm17. Sci. Transl. Med. DOI: 10.1126/scitranslmed.3002747
Credo sia piuttosto chiaro il senso.
Alfredo Lio
Per quanto riguarda le attuali colture cellulari più utilizzate nei metodi in vitro più comuni nella ricerca, mi permetta Dr Grignaschi di spezzare una lancia in favore della signora Manuela, non che la stessa abbia bisogno delle conferme mie o altrui, ci mancherebbe, solo mi sento di dover puntualizzare meglio questo argomento, come del resto ho già avuto modo di accennare nei miei commenti sopra esposti, proprio con lei Giuliano.
Molti dei test in vitro vengono effettuati in 2D:
Breslin S, O’Driscoll L. Three-dimensional cell culture:the missing link in drug discovery. Drug Discovery Today Volume 18, Numbers 5/6March 2013
che hanno evidenti limitazioni:
Breslin S, O’Driscoll L. Three-dimensional cell culture:the missing link in drug discovery. Drug Discovery Today Volume 18, Numbers 5/6March 2013
Arya S, Sardana V, Saxena M, Rangarajan A, Katti DS. Recapitulating tumour microenvironment in chitosan–gelatin three-dimensional scaffolds: an improved in vitro tumour model. J R Soc Interface. 2012 December 7; 9(77): 3288–3302
e la stragrande maggioranza delle volte il materiale biologico che viene utilizzato con questi approcci in vitro bi-dimensionali è proprio di origine animale, creando serie preoccupazioni circa la traducibilità per l’uomo:
Engle SJ, Puppala D. Integrating Human Pluripotent Stem Cells into Drug Development. Cell Stem Cell 12, June 6, 2013
Knight A. Animal Experiments Scrutinised: Systematic Reviews Demonstrate Poor Human Clinical and Toxicological Utility, ALTEX 24, 320-325
van Vliet E. Current Standing and Future Prospects for the Technologies Proposed to Transform Toxicity Testing in the 21st Century. Altex 28, 1/11, 17-44
E’ evidente che le affermazioni della signora Manuela trovano ampio riscontro nella letteratura scientifica, se quella vogliamo citare.
Alfredo Lio
Gentile dr. Grignaschi, mi sono presa un po’ di tempo per rileggere tutti gli interventi e tutti i commenti (beh..veramente quelli più interessanti perchè quelli dei giovani protestini animalarossessivi sono un po’ noiosi..ance se a volte quasi divertenti)
e veramente non capisco dove io avrei mischiato argomenti..anzi..per rispondere con ordine e a tutto ciò che lei poneva alla mia attenzione ho anche diviso i miei discorsi (forse un po’ prolissi e me ne scuso) per argomenti precisi e soprattutto riportando citazioni (telethon, farmacologia, rassegne stampa) dalle quali avevo tratto spunti di riflessione.
..Come per esempio le famose colture di cellule di topo:se ha letto attentamente, NON è stata una mia lagnanza ma una lamentela presente DENTRO la presentazione di un progetto Telethon..
Cmq ritengo importante che anche lei abbia presente il problema viste le sue parole “ nell’ottenimento di materiale umano per problemi vari ma di sicuro questo non dipende dalla comunità di ricerca.”..
Per questo immagino che avrà occasione , con i suoi colleghi, nelle sue udienze a Roma, e nelle sue interviste di dar voce finalmente anche a questo nodo importante contando che avrà dalla sua parte tantissime persone come me disponibilissime a donare materiale umano e che ringrazieranno se vi sarà un modo per farlo agevolmente.
Poichè, da come si evince dalle sue parole, è anche ben conscio dei limiti e delle false speranze che può dare la sa e che quindi anche lei anela a tecnologie moderne e di valenza umana potrebbe unirsi al progetto Penco (donazione corpi post-mortem) e accolgliere la richiesta che fanno in tantissimi di velocizzare l’iter di validazione dei metodi alternativi?!..
Infine sono curiosa di sapere che ne pensa della possibilità di dividere nettamente(quando fattibile certo) finanziamenti e risultati del filone sa e filone non sa?
Intanto la ringrazio e la saluto.. e non vedo l’ora di poter vedere dal vivo una sua conferenza.(ne ha in programma?)