Quel post rimosso

Fantascienza e Pseudoscienza

Non hai la fede? Non possiedi la competenza e gli strumenti idonei per negare l’esistenza del demonio.

Pochi giorni fa Armando De Vincentiis, psicoterapeuta, consulente scientifico del CICAP e studioso di fenomenologia del comportamento religioso, ha presentato, a fini divulgativi, il suo libro – L’indemoniata. Nascita ed evoluzione di una sindrome da possessione, Libellula, 2012 (Leggi intervista e recensione) – nel gruppo facebook dei seguaci delle idee di Padre Gabriele Amorth.
Il tentativo dello studioso del CICAP aveva un valore sperimentale di divulgazione dello studio compiuto a livello antropologico e psico-comportamentale. Il saggio di De Vincentiis, come è noto, ricostruisce la storia di una ragazza che svolge una vita normale e che si trova presto al centro di un vortice di sensi di colpa e di stati d’ansia indotti dal comportamento ossessivo della madre che interpreta, assieme al sacerdote della parrocchia cui si rivolge per avere aiuto e conforto, i segni di un malessere esistenziale e di un disagio psicologico come segnali della presenza del demonio. Dopo varie peripezie e peggioramenti delle condizioni di salute psicofisica, alla ragazza si apre, per sua fortuna, la possibilità di un conforto terapeutico medico con un approccio di tipo psichiatrico.
Intento dell’autore è stato dunque di proporre la sua pubblicazione al puro scopo di discutere serenamente con persone di differente cultura e visione del mondo. Un confronto civile nel totale rispetto della fede altrui come riflessione e invito a focalizzare l’attenzione sulla possibilità che possa anche non essere il diavolo a provocare certe reazioni e certi malesseri psicologici.
Un tentativo, quindi, non razionale o laico in senso stretto, ma alternativo all’idea esclusiva e prevalente dei seguaci di Padre Amorth (o di altri ambienti filosofico-religiosi).
I numerosi interventi e commenti – circa duecento – sono stati apertamente ostili nei confronti delle tesi dell’autore del libro sostenendo

Copertina L'Indemoniata
Copertina L’Indemoniata

fondamentalmente il concetto che soltanto la fede possa dare la conoscenza e chi non la possiede non possa argomentare correttamente intorno a temi riguardanti la presenza o meno del demonio. Una chiusura totale alla semplice richiesta di De Vincentiis di leggere il suo studio e di effettuare un confronto culturale, anche quando lo psicoterapeuta ha risposto di aver letto e studiato le Sacre Scritture e chiesto, in cambio, che venissero considerate le proposte alternative in chiave antropologica che stanno alla base del libro di cui parliamo.
Sono seguiti inviti impliciti a non leggere il libro paventando, forse, il timore che idee differenti potessero intaccare credenze da non scalfire? Il tutto è stato arricchito da affermazioni sull’inutilità di leggere le argomentazioni alternative perchè viziate dall’errore di partenza di non essere dettate dalla fede, l’unica vera conoscenza in grado di fornire gli strumenti della competenza.
Quando si sono affacciati alcuni mi piace a favore dell’alternativa proposta e qualcuno ha provato, forse, curiosità e interesse al pensiero di allargare il proprio orizzonte di lettura. Improvvisamente, però, il link, come per un abile gioco di prestigio, è scomparso dal video, come se nulla fosse e come se il dibattito non fosse mai avvenuto. Oggi, in data 14/03/2013, in seno al gruppo di Padre Gabriele Amorth, c’è chi non concorda con la linea direttivo-amministrativa che invita i membri del gruppo stesso a non seguire l’ateo-razionalista De Vincentiis.
Ora ci chiediamo il perché di tale comportamento. Ognuno è libero, a casa propria, di mettere alla porta chi vuole e di tapparsi le orecchie per non sentire o di serrare gli occhi per non vedere. Così come ognuno, nel rispetto dell’altro si intende (e come è stato fatto, tra l’altro, con civiltà sin dall’inizio, mettendo subito in chiaro e ribadendo più volte che si discute sui fenomeni legati al religioso e al demoniaco e non si entra in merita del credo altrui per rispetto e educazione), è libero di proporre un dibattito, un confronto, un’alternativa possibile, un libro da leggere, una proposta culturale diversa, senza per questo subire comportamenti ostili e vedersi censurato il suo post solo perché il dibattito poteva farsi interessante?
Ci viene il dubbio che il post possa essere stato rimosso per evitare che qualcuno potesse iniziare (pericolosamente) a ragionare con la propria testa? Oppure che leggere le proposte di De Vincentiis possa indurre a rivedere il concetto stesso di demoniaco e di male satanico? Ma è soltanto un dubbio da scettici-razionalisti.
Dubium sapientiae initium (alla base della conoscenza esiste il dubbio).

Marco Cappadonia Mastrolorenzi

13 comments

  • Massima solidarietà a De Vincentiis.
    E questa è la gente che dovrebbe essere buona e comprensiva. Se questo è amare il prossimo tuo come se stessi allora si spiegano molte cose.

  • Certo che ce ne vuole di ingenuità per cercare un dialogo pacifico con i pazzi furiosi del gruppo di Amorth! Vi ricordo che i preti come lui sono sempre stati ostili verso psicologi e psicoterapeuti, colpevoli di fare il loro stesso lavoro, ma di farlo meglio. Più di un pontefice si è lamentato perchè la gente andava dallo psicologo quando sarebbe dovuta andare dal confessore (secondo loro)

  • Va beh, ma anche voi, andare a trollare in un gruppo di fedeli di Amorth… E lasciateli in pace, su. E come se io andassi a casa di De Vincentiis, cominciassi a stuzzicarlo perché a mio parere sbaglia a piegare le proprie camicie, e poi dopo essere stata messa (giustamente) alla porta mi lamentassi di essere stata scacciata solo per non ammettere il dialogo sull’annoso problema del piegamento delle camicie. Andiamo, non si fa.

  • nessuno ha voluto trollare, alcuni amici (già iscritti al gruppo) erano interessati all’argomento ed hanno chiesto di postarlo lì al puro scopo di discussione, anche con i più devoti . Ma l’errore è stato, appunto, la sottovalutazione dell’estrema devozione!

  • Secondo me sì, si chiama “trollare”; personalmente non mi sembra molto diverso da ciò che fa ad esempio un Armanetti con i gruppi del Cicap. Ovvero: una persona può anche andare a rompere le scatole ai fedeli di padre Amorth, giusto per amor di discussione, per spiegargli che le loro idee sono sbagliate e non hanno capito nulla della vita… Però poi lamentarsi del fatto che qualche amministratore cancella il post mi sembra abbastanza fuori luogo. Imho, ovviamente.

  • [quote name=”Mah”]Va beh, ma anche voi, andare a trollare in un gruppo di fedeli di Amorth… E lasciateli in pace, su. E come se io andassi a casa di De Vincentiis, cominciassi a stuzzicarlo perché a mio parere sbaglia a piegare le proprie camicie, e poi dopo essere stata messa (giustamente) alla porta mi lamentassi di essere stata scacciata solo per non ammettere il dialogo sull’annoso problema del piegamento delle camicie. Andiamo, non si fa.[/quote]
    “Non si fa “Il problema e’ che si parla della salute delle persone ,non di camice.

  • Armanetti Parla di acqua, qui si parla di salute mentale e di come gestirla, credo che ci sia un certa piccola ENORME differenza.

  • Ma scusa, Armando, tu pensi davvero di poter “evangelizzare” le persone che fanno parte di quel gruppo? Non penso che siano persone totalmente fuori dal mondo, persone che ignorano il fatto che ci potrebbe essere una spiegazione in termini di salute mentale. Semplicemente lo sanno, ma hanno fatto una scelta diversa, e difficilmente si smuoveranno da quell’idea (che è la ragione per cui in genere nel Cicap si cerca di rivolgersi alla “zona grigia” degli indecisi, e non di cercare lo scontro con chi ha già una sua posizione opposta alla nostra). Poi, ribadisco: vuoi fare lo stesso il tentativo di convincerli? Ok, liberissimo. Tanto di cappello per la fiducia. Però rientra nelle regole del gioco il fatto che un amministratore possa decidere di cancellarvi il post. Il fatto di lamentarsene mi sembra fare dell’inutile vittimismo: perché in fin dei conti siete stati voi a “attaccare”, loro hanno solo giocato in difesa.

  • Non concordo per un semplice motivo: si può pensare a qualsiasi cosa, ma non si devono chiudere le porte al dialogo specie quando tra i componenti di quel gruppo in molti comunque erano interessati al discorso e stavano partecipando alla discussione facendo delle domande ad Armando. Solo le frange può ottuse hanno poi deciso che era meglio chiudere la discussione. In definitiva stava prendendo una piega negativa nei loro confronti aprendo le strade a convinzioni alternative in quelli, che pur credendo nelle possessioni demoniache, stavano valutando l’ipotesi che forse non tutto è automaticamente opera del Maligno. Questa è censura vera e propria e contestarla è un dovere. Riguardo ai troll censurati nel gruppo amici del CICAP di cui si riferisce, la cosa è diversa e non perché erano di diversa opinione dalla nostra, ma perché o manifestavano apertamente l’intenzione di trollare in maniera non costruttiva oppure si nascondevano dietro a falsi nomi per offendere. In altri casi nessuno è mai stato censurato a prescindere solo per togliergli la parola.

    [quote name=”Mah”]Ma scusa, Armando, tu pensi davvero di poter “evangelizzare” le persone che fanno parte di quel gruppo? Non penso che siano persone totalmente fuori dal mondo, persone che ignorano il fatto che ci potrebbe essere una spiegazione in termini di salute mentale. Semplicemente lo sanno, ma hanno fatto una scelta diversa, e difficilmente si smuoveranno da quell’idea (che è la ragione per cui in genere nel Cicap si cerca di rivolgersi alla “zona grigia” degli indecisi, e non di cercare lo scontro con chi ha già una sua posizione opposta alla nostra). Poi, ribadisco: vuoi fare lo stesso il tentativo di convincerli? Ok, liberissimo. Tanto di cappello per la fiducia. Però rientra nelle regole del gioco il fatto che un amministratore possa decidere di cancellarvi il post. Il fatto di lamentarsene mi sembra fare dell’inutile vittimismo: perché in fin dei conti siete stati voi a “attaccare”, loro hanno solo giocato in difesa.[/quote]

  • Luca, è solo che non mi sembra giusto lamentarsi per le politiche di moderazione altrui. Se uno a “casa propria” decide, che ne so, di censurare tutti i post che contengono la parola “cavallo”, per me è libero di farlo.

    Ma non importa. Io il tentativo di spiegarvi perché secondo me questo articolo era una caduta di stile in un sito per altri versi molto bello e interessante l’ho fatto. A quanto pare non mi è riuscito, ma non fa niente. In fondo a casa propria ognuno pubblica ciò che preferisce. 🙂

  • Si figuri, anzi la ringrazio per l’intervento, noi accettiamo qualsiasi critica purché educata e costruttiva come la sua. 😉

    [quote name=”Mah”]Luca, è solo che non mi sembra giusto lamentarsi per le politiche di moderazione altrui. Se uno a “casa propria” decide, che ne so, di censurare tutti i post che contengono la parola “cavallo”, per me è libero di farlo.

    Ma non importa. Io il tentativo di spiegarvi perché secondo me questo articolo era una caduta di stile in un sito per altri versi molto bello e interessante l’ho fatto. A quanto pare non mi è riuscito, ma non fa niente. In fondo a casa propria ognuno pubblica ciò che preferisce. :-)[/quote]

  • il moderatore modera quando c’è un evidente senso di fastidio che i membri di un gruppo provano, ma nel momento in cui alcuni sembrano interessati e fai sparire il post dopo l’evidente interesse, pur se sei in casa tua dai evidenti segnali di fanatismo e di censura. Non puoi togliere agli altri membri la possibilità di capire e di approfondire. Se lo fai è perchè ti si sta destabilizzando qualcosa, hai paura che si possa mettere in discussione un credo che fa davvero solo danni!
    inoltre questo articolo non è l’espressione di una lamentela ma la descrizione di una chiusura culturale che si ritiene corretto evidenziare.

    i[quote name=”Mah”]. Se uno a “casa propria” decide, che ne so, di censurare tutti i post che contengono la parola “cavallo”, per me è libero di farlo.

    Ma non importa. …… In fondo a casa propria ognuno pubblica ciò che preferisce. :-)[/quote]

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